Merloni: CGIL, aprire subito un tavolo di confronto ufficiale.
In merito all'ipotesi "QS Group" per gli stabilimenti Merloni, la CGIL avanza alcune richieste: il passaggio in tempi brevi all'ufficialità; la convocazione di un tavolo ufficiale da parte del Ministro e l'assunzione da parte del governo del ruolo di sostegno allo sviluppo e alla difesa dei livelli occupazionali.
Al vaglio
l'offerta di QS Group per per le tre fabbriche di elettrodomestici della
Antonio Merloni a Fabriano e a Nocera Umbra (Perugia). Si è svolto ieri
(28 settembre) il Tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico sul
futuro dell'azienda di elettrodomestici.
L'offerta di QS Group,
dell'imprenditore marchigiano Giovanni Porcarelli, prevede
complessivamente 45 milioni di investimenti e l'assorbimento di 700
dipendenti sui circa 2000 attualmente in amministrazione controllata. Si
tratterebbe inoltre di un progetto in continuità con il settore
elettrodomestico ed interessato ad investire nell’alta gamma.
“Come CGIL riteniamo utile
e necessario discutere ed approfondire i punti di tale progetto e di
questo percorso, evidentemente a partire dalla valutazione del piano
industriale che lo accompagnerà”. E' il commento di Vincenzo Scudiere, Segretario Nazionale CGIL, Gianni Venturi, Segretario Generale CGIL Marche e Mario Bravi, Segretario Generale CGIL Umbria che hanno sottolineato alcuni punti fondamentali per il sindacato.
Per i dirigenti sindacali è infatti “necessario passare in tempi rapidi dalla ufficiosità alla ufficialità.
Il lungo tempo che abbiamo alle spalle – spiegano Scudiere, Venturi e
Bravi - ci impone di definire, come abbiamo sottolineato nell’iniziativa
organizzata dalla CGIL a Fabriano nel luglio scorso, un progetto
complessivo che dia una risposta ad una delle più rilevanti vertenze
industriali a livello nazionale e sicuramente, per il suo impatto
sociale, la più importante dell’Italia centrale”.
In questo quadro, i
dirigenti sindacali ritengono necessaria una convocazione ufficiale da parte del Ministro dello sviluppo economico
Paolo Romani, anche “per dare consequenzialità e concretezza
all’accordo di programma sottoscritto, dando senso compiuto – proseguono
- ad una vertenza che deve dare una risposta sulle questioni
fondamentali dei livelli occupazionali e delle prospettive della fascia
appenninica umbro-marchigiana, che già vede in atto un forte processo di
deindustrializzazione”.
Nella vertenza Antonio Merloni oltre ai 2000
dipendenti diretti sono coinvolte infatti anche centinaia di lavoratori
dell’indotto. Infine, Scudiere, Venturi e Bravi rivolgendosi al Governo nazionale
affermano “riteniamo che sulla vertenza Antonio Merloni debba svolgere
quel ruolo di sostegno allo sviluppo e alla difesa dei livelli
occupazionali, ruolo nel quale il Governo è stato finora del tutto
latitante”.
A partire da questi
elementi la CGIL Nazionale, la CGIL delle Marche e la CGIL dell’Umbria
si impegnano a dare continuità all’iniziativa del luglio scorso e
“ritengono che sull’Antonio Merloni occorra continuare a tenere alta
l’iniziativa e la mobilitazione” concludono Scudiere, Venturi e Bravi.