Catiuscia Marini Presidente regione Umbria |
Va assolutamente rilanciata, e con forza, la dimensione nazionale
della vertenza Merloni, oggi unica in Italia ad essere rimasta ancora
irrisolta. Per dimensione di lavoratori e territori coinvolti, infatti,
questa è una vertenza che non può non vedere impegnati i livelli
nazionali di Governo, organizzazione di impresa e dei lavoratori.
La strategia che le due Regioni devono mettere in atto è rilanciare
la dimensione nazionale della vertenza Merloni e chiedere al Governo di
dare piena attuazione all’accordo di programma sottoscritto nel 2010,
con una dotazione finanziaria di oltre 60 milioni di euro.
Non esiste
alcun piano ‘a’ o ‘b’per questa vertenza, ma solo ed esclusivamente
l’interesse delle due Regioni affinché si salvaguardi la presenza in
questa area di un fondamentale sito industriale manifatturiero, e con
esso l’economia e l’occupazione per migliaia di lavoratori, sia diretti
che dell’indotto. È su questo che chiediamo al Governo di riattivare il
tavolo nazionale che da troppo tempo non viene più presieduto da
rappresentanti del Governo.
Per noi è stato sempre chiaro come, di fronte ad una vertenza che ha
una portata così vasta ed ampia, non può che esserci innanzitutto un
impegno delle istituzioni a livello nazionale. È in gioco, infatti,
l’economia di un intero territorio. E sbaglieremmo se consentissimo di
far ricadere il peso della vertenza nel limitato spazio dei territori
coinvolti, riducendone così la sua oggettiva valenza nazionale.
Probabilmente non chiederebbe altro questo Governo che
‘territorializzare’ la vertenza, evitando così di fare la sua parte come
formalmente si è invece impegnato a fare.
Da quando abbiamo firmato l’accordo di programma, mettendoci come
Regioni risorse concrete, circa 20 milioni di euro tra Umbria e Marche,
abbiamo sempre affermato che interesse irrinunciabile era quello di
offrire per questa area la realizzazione di progetti industriali con
partner seri ed affidabili che dessero precise garanzie rispetto alle
loro strategie industriali. Ora siamo anche disponibili ad aggiornare il
contenuto dell’accordo di programma, purché il Governo dia risposte
adeguate e garanzie circa le risorse che pure in questo atto il Governo
si è formalmente impegnato a mettere a disposizione. Siamo decisi a fare
ancor più della nostra parte, per favorire questa ipotesi di lavoro,
mettendo a disposizione anche le nostre agenzie regionali per la
promozione dello sviluppo industriale. Insomma, siamo disponibili a
mettere in atto tutte le azioni di politica industriale e di politiche
per il lavoro capaci di sostenere ed affiancare operazioni industriali
che vadano nella direzione che abbiamo sempre indicato.
Quanto all’azione dei Commissari per l’amministrazione straordinaria
devo purtroppo constatare che sin qui essi si sono limitati alla
gestione dell’ordinario, senza aver svolto una adeguata azione di
ricerca di soggetti che fossero in grado di garantire prospettive
industriali per l’azienda.
Continueremo a lavorare avendo comunque
sempre bene in mente quale è l’obiettivo finale che tutti vogliamo
perseguire: salvaguardare questa importante presenza per le nostre due
regioni dell’industria manifatturiera e del posto di lavoro di migliaia e
migliaia di lavoratori.
*Intervento all’iniziativa organizzata dalla Cgil a Fabriano
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