I delegati FIOM-CGIL della ex A.
MERLONI e della J.P. INDUSTRIES, con una loro delegazione hanno partecipato
alla manifestazione “UNIONS” indetta dalla FIOM e dal suo segretario Maurizio Landini, tenutasi sabato 28
marzo a ROMA e non possono che condividere tutti gli interventi che si sono
succeduti sul palco ed in modo particolare quelli di RODOTA’ e dello stesso
LANDINI.
Condividendo quindi gli
interventi, abbiamo messo in relazione l’attuale condizione nazionale con la
nostra situazione e purtroppo ed a malincuore, notiamo che siamo dentro a
questa evoluzione anzi involuzione, visto come vanno le cose, dove la
cancellazione dei diritti e quindi dello statuto dei lavoratori rende inutile l’azione
dei lavoratori e soprattutto del sindacato.
Pertanto l’aver posto la firma
sul prolungamento dell’accordo di programma per L’A. MERLONI e l’annuncio da
parte del MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO, che la vertenza J.P. INDUSTRIES e’
in fase di risoluzione, come delegati FIOM –CGIL non possiamo far altro che
pensare ai soliti slogan o spot elettorali, in quanto sia i
lavoratori ex A. MERLONI che quelli in J.P. INDUSTRIES; NON
LAVORANO.
Inoltre, abbiamo notizie
di una
gestione tutta personale della J.P. INDUSTRIES su alcuni lavoratori, che
lasciano
molti dubbi sul loro utilizzo e sulla metodologia in cui vengono
chiamati, a tal proposito le segreterie FIM-FIOM e UILM, che da oltre
20
giorni hanno chiesto un incontro con la proprietà non hanno risposta,
crediamo
che anche questo atteggiamento la dice lunga sul nuovo modo di
rapportarsi tra
datori di lavoro e lavoratori e organizzazioni sindacali, tutto questo
grazie
al JOBS-ACT del governo RENZI.
Siamo
vicini alla PASQUA e da anni ormai abbiamo definito la vertenza della A.
MERLONI la nostra “VIA CRUCIS” , abbiamo chiesto di fare presto, abbiamo detto
basta a questo martirio ma oggi per come vanno le cose, non possiamo che
chiedere AIUTO.
Riteniamo che siamo dentro a
delle sabbie mobili e senza un aiuto vero e concreto, la sorte di 2000 famiglie
è segnata, a noi non piace avere il ruolo di agnelli sacrificali ma come l’agnello
ci sentiamo impotenti, quindi e in primis alla politica chiediamo AIUTO. Ci
sentiamo non rappresentati e spesso ostaggio dello stato, abbiamo una sensazione
che tutto questo immobilismo ricadrà fortemente su questo territorio già alle
imminenti elezioni REGIONALI, saremo poi curiosi nel sentire il primo politico di turno che si porrà la domanda:
come mai la fascia APPENNINICA ha votato in quel modo o peggio , perché non sono
andati a votare.
Noi siamo anni che meditiamo e
cerchiamo risposte, credo che qualcuno più di una domanda, sarebbe ora che inizi
a porsela, sperando che non sia troppo tardi.