In
questa
fase dove l'incertezza e le preoccupazioni regnano
incontrastate, gli iscritti della FIOM-CGIL della J.P.
Industries e
della ex Antonio Merloni continuano a sostenere tutta il loro
disappunto rispetto allo stato delle cose. Pertanto, nel
constatare
lo stallo della situazione inerente la vertenza Merloni, a
questo
punto chiediamo l'istituzione della “zona franca”, che certo non
deve essere intesa solo come sostegno alla vertenza ma a tutto
il
territorio della fascia appenninica umbra, dove l'utilizzo dei
fondi
dell'accordo di programma e l'abbattimento delle tasse per
le aziende, con un impegno maggiore nei
confronti di chi assume, per noi appare
come
ultima ratio
per rilanciare occupazione ed economia.
I
I
Inoltre,
visto lo sforzo che sta sostenendo la J.P. - azienda che ha
rilevato la
ex-Antonio Merloni - crediamo che sia necessario un maggior
impegno
sia da parte del soggetto interessato che delle istituzioni,
comprese
le organizzazioni sindacali. Sono trascorsi 17 mesi da quando
la
nuova società ha rilevato la vecchia struttura e ci sono
ancora
molti lati oscuri su cui far chiarezza tra cui, in primis, la
sentenza del 23 maggio, quando il tribunale di Ancona sarà
chiamato
a decidere sulla legittimità della compravendita e
le difficoltà ad accedere ai finanziamenti da parte di chi
oggi,
anche in presenza di una forte fase di recessione, ha deciso
di
investire e colloca in libro paga 700 dipendenti.
Notiamo
infine che, nelle poche giornate lavorative nelle
quali nel corso di questi 17
mesi sono stati impegnati
i lavoratori, persistono forti carenze
organizzative dovuti a vari fattori; riteniamo pertanto
fondamentale
e non più rimandabile, la nomina della RSU e della RSL allo
scopo di
aprire un confronto interno all'azienda e contribuire
costruttivamente alla crescita e allo sviluppo.
Iscritti
FIOM fascia appenninica
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