lunedì 20 maggio 2013

Comunicato iscritti FIOM


In attesa di conoscere le motivazioni del differimento dal 23 maggio al 27 giugno della sentenza del tribunale di Ancona circa la vertenza Merloni, ci sentiamo in dovere di esprimere tutta la nostra contrarietà riguardo alcuni aspetti della vicenda.
   
La denuncia presentata dalla banche ha di fatto in quest'ultimo anno e mezzo bloccato l'attività della nuova proprietà subentrata alla vecchia Merloni, il cui esercizio è iniziato e ci teniamo a ricordalo, il primo gennaio del 2012. Ulteriori ostacoli per l'avvio delle attività in pianta stabile si sono presentati in quanto gli istituti non hanno fornito la liquidità necessaria all'avvio e mantenimento delle produzioni ed anzi pretendendo la restituzione dei debiti contratti con la vecchia proprietà per una cifra pari a 181 milioni di euro.
   
Auspichiamo quindi che questo ritardo sia frutto di un ulteriore approfondimento per stabilire se l'operazione messa in campo dai commissari sia stata giusta e seria e che l'intervento della famiglia Porcarelli non sia stato solo di facciata. Questa situazione certo non aiuta, anzi crediamo che inevitabilmente porterà a far slittare o forse saltare il piano industriale presentato dalla J.P. Industries.
   
Dobbiamo inoltre stigmatizzare alcune posizioni prese dal consigliere regionale di opposizione Maria Rosi, in riferimento alla sua interrogazione, che auspichiamo non sia scaturita in seguito alla visita fatta dal perito nominato dal tribunale di Ancona allo stabilimento di Gaifana, il quale ha portato con se "in gita" presso l'azienda il "comitato dei lavoratori".

Vorremo ricordare al consigliere regionale che costoro sono quelli che si sono costituiti parte civile, sostenendo la denuncia delle banche e che sembrano assumere l'atteggiamento del "tanto peggio, tanto meglio" auspicando il fallimento della A.Merloni e che alla stregua di un riavvolgimento di nastro, vorrebbero tornare al 2008, screditando quanto fatto fin'ora, compresa la possibilità di lavoro per i 700 dipendenti che oggi sono stati ricollocati in J.P. Industries.
   
Inoltre, considerando le dichiarazioni rilasciate alla stampa, avremmo avuto il piacere - visto l'interesse - di scambiare qualche opinione con il consigliere regionale, invece di apprendere le notizie attraverso i giornali; ovviamente siamo ancora in tempo e aggiungiamo che questo è il momento del sostegno e non quello di rincorrere soggetti che tutto hanno meno che l'intenzione di salvaguardare gli interessi di un territorio e soprattutto dei lavoratori.

I lavoratori  FIOM-CGIL
Fascia appenninica

martedì 7 maggio 2013

Sabato 18 maggio: tutti a Roma!





                  Il 18, a Roma, manifestiamo per: 

- riconquistare il diritto del e nel lavoro;
- la riconversione ecologica del nostro sistema industriale per valorizzare i beni comuni acqua, aria e terra;
- un piano straordinario d'investimenti pubblici e privati e il blocco dei licenziamenti anche attraverso l'incentivazione della riduzione dell'orario con i contratti di solidarietà e l'estensione della cassa integrazione;
- un contratto nazionale che tuteli i diritti di tutte le forme di lavoro con una legge sulla democrazia che faccia sempre votare e decidere i lavoratori;
- un reddito per una piena cittadinanza di inoccupati, disoccupati e studenti;
- fare in modo che la scuola, l'università e la sanità siano pubbliche e per tutti;
- combattere le mafie e la criminalità organizzata che si sono infiltrate sia nella finanza che nell'economia;
- la rivalutazione delle pensioni e per un sistema pensionistico che riconosca la diversità tra i lavori;
- un'Europa fondata sui diritti sociali e contrattuali, su un sistema fiscale condiviso e sul diritto di cittadinanza e sulla democrazia delle istituzioni.