giovedì 26 gennaio 2012

Volantinaggio nei pressi del Monte dei paschi di Siena.


Ecco il testo del volantino distribuito stamani (26 gennaio 2012) di fronte la filiale del Monte dei paschi di Siena di Fabriano:











Senza lavoro non c'è reddito, senza reddito non si vive non si consuma non si risparmia e non servono neanche le banche...

Il 26 gennaio presso il Tribunale di Ancona, si terrà la prima udienza per il ricorso presentato dalla banca Monte di Paschi di Siena perché venga annullata la cessione degli assets della Antonio Merloni alla J.P. Industries.
L' ipotesi di cessione del ramo d'azienda, ufficializzata nel mese di novembre, è il risultato di due bandi per la vendita totale o parziale della Antonio Merloni, è stata giudicata positivamente da tutti gli Organi della procedura di Amministrazione Straordinaria compreso il Comitato di Sorveglianza, è stata autorizzata dal Ministero dello Sviluppo Economico e condivisa da tutte le Organizzazioni Sindacali.
E' noto a tutti il parere positivo sulla cessione è legato non solo alla credibilità del piano industriale presentato da Q.S. Group ma anche alla assoluta assenza di alternative che rispondessero all'obiettivo di vendere gli assets Merloni a soggetti disposti a intraprendere attività industriali capaci di dare lavoro alle persone e risollevare economia del territorio su quale la crisi della Merloni ha avuto effetti gravissimi.
700 posti di lavoro sono pochi se confrontati con gli oltre 2000 della Antonio Merloni, ma dopo la dichiarazione dello stato d' insolvenza legato alla situazione di indebitamento enorme di quell'azienda e tre anni di ricerca vana di investitori per il rilancio è importante non perdere quest'unica opportunità.
Questo risponde alle finalità dell'amministrazione straordinaria, una procedura appunto straordinaria e legata alla importanza economica e sociale di una azienda che diversamente sarebbe stata dichiarata fallita già nel 2008.
Ma la banca Monte di Paschi di Siena non la pensa così; considera prioritario per ora non dovere cancellare dal proprio bilancio crediti nei confronti della Antonio Merloni e poi attendere fantomatiche vendite immobiliari attraverso un' asta fallimentare.
La banca Monte di Paschi di Siena chiede al Tribunale di Ancona di annullare la vendita perché considera violati i propri interessi di creditore e non condivide il fatto che sia stata data priorità a una seppur ridotta continuità di attività industriali e lavorative.
La banca Monte di Paschi di Siena contesta in particolare il fatto che un credito sostenuto da ipoteca, come il suo, dovrebbe essere trattato con maggiore riguardo.

Già! La stessa banca, quando lavorare con Merloni è diventato rischioso perché il debito cresceva e l' azienda lavorava in perdita, ha pensato bene di garantirsi con le ipoteche mentre artigiani, fornitori e altri soggetti meno potenti continuavano a lavorare per Merloni senza protezioni e con fiducia.
La vendita non deve essere messa in discussione e la sua piena legittimità verrà confermata!
Le banche, piuttosto che cercare di distruggere ciò che è realizzabile, con le Istituzioni dovrebbero essere impegnate a supportare altri progetti industriali che valorizzino l' accordo di programma e diano ulteriori opportunità di lavoro nelle aree della Merloní ancora inutilizzate.
La difesa degli interessi del capitale vale ben poco anche per chi la promuove se passa attraverso la distruzione di ogni opportunità di ripresa per il lavoro e per l' economia del territorio e ne compromette il futuro.
FIM FIOM UILM
25 gennaio 2012


martedì 24 gennaio 2012

FiM-FIOM-UILM: Appello per l'applicazione dell'accordo di programma.



"Nulla è stato fatto, mentre la crisi è sempre più grave''. Lo affermano Fiom, Fim e Uilm dopo due mesi dalla firma del ministero per lo Sviluppo economico di un impegno con le Regioni Marche e Umbria a rimodulare l'Accordo di programma sulle aree colpite dalla crisi dell'Antonio Merloni.

Le organizzazioni sindacali hanno rivolto così un nuovo appello al Mse e alle due Regioni perche' concentrino le risorse dell'Accordo, circa 70 milioni di euro, ''verso un asse di intervento finalizzato ad agevolare gli  investimenti produttivi, privilegiando iniziative che garantiscano il reimpiego dei lavoratori della Antonio Merloni'' non riassorbiti dalla J & P Industries, l'azienda di Giovanni Porcarelli che ha acquisito i tre stabilimenti di Fabriano e Nocera Umbra.


fonte: la Goccia

mercoledì 11 gennaio 2012

Siglato l'accordo per CIGS per i dipendenti J.P.


E' stato siglato oggi (10 gennaio), al ministero del Lavoro di Roma, l'accordo per la cassa integrazione per due anni dei 700 operai della Antonio Merloni riassorbiti dalla J.P di Giovanni Porcarelli, che ha acquisito il settore 'bianco' del gruppo fabrianese.
I 700 lavoratori sono distribuiti tra i due stabilimenti di Fabriano nelle Marche e quello di Gaifana in Umbria. Tra le varie cose, l'accordo prevede anche iniziative di formazione e riqualificazione dei lavoratori dei tre siti, che inizialmente continueranno a lavorare nel loro settore tradizionale, ma poi passeranno alla produzione di componenti per elettrodomestici 'professional'.
All'incontro di oggi erano presenti le rappresentanze dell'azienda, di Confindustria Ancona e i rappresentanti nazionali e territoriali di Fiom, Fim e Uilm. ''Diamo seguito all'accordo con J.P - ha commentato Andrea Cocco (Fim-Cisl Ancona) - la Cig era gia' prevista nel piano industriale di J.P , cosi' come la formazione''.

fonte della notizia: il resto del carlino

lunedì 9 gennaio 2012

Ficco (UILM): Domani incontro al ministero per CIGS


E' in programma domani (martedì 10 gennaio) al ministero del lavoro il primo incontro sulla cassa integrazione straordinaria per i 700 dipendenti dell'ex Antonio Merloni, chiesta dalla societa' acquirente J.P. Industries spa di Giovanni Porcarelli per poter riorganizzare i tre stabilimenti di Fabriano e Nocera Umbra.

''I termini - spiega Gianluca Ficco, responsabile nazionale del settore elettrodomestici della Uilm - sono quelli definiti a dicembre, con la vendita del ramo del 'bianco' dell'A. Merloni alla J.P.''.
I lavoratori riassorbiti, 350 nei due impianti di Fabriano e altri 350 a Gaifana di Nocera Umbra (su un totale di 1.500), rientreranno in fabbrica gradualmente, nell'arco di quattro anni: ''il piano industriale di Porcarelli, che prevede investimenti per 25-30 milioni di euro, comporta infatti tempi piuttosto lunghi''.
In una prima fase, i tre stabilimenti riprenderanno a produrre frigoriferi e lavastoviglie, per essere poi riconvertiti nel settore della componentistica elettrodomestica 'professional'.

Nel frattempo, se arriveranno nuove commesse, le linee produttive potranno riprendere l'attivita' per brevi periodi, come e' avvenuto nei tre anni di amministrazione straordinaria del gruppo Merloni.

fonte della notizia: Link

sabato 7 gennaio 2012

Comunicato sindacale FIM-FIOM-UILM




  Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil reputano interessante il lavoro che i sindaci della fascia appenninica stanno mettendo in atto per trovare le giuste soluzioni per tutti i lavoratori ex Merloni e poter rilanciare lo sviluppo del territorio. Vorremmo comunque ricordare che di fronte ad una crisi che sta attanagliando l’intero paese e che colpisce in modo drammatico il nostro territorio, è necessario rimanere con i piedi per terra.
   Grazie al lavoro del sindacato confederale, si è arrivati all'assunzione di 350 persone nella nuova società. Si poteva fare di meglio? Può darsi, ma era inevitabile che qualsiasi percorso intrapreso suscitasse polemiche, nonostante esso rappresentasse la sola soluzione concreta.
  Ad oggi, nonostante questo, i lavoratori, sia quelli assunti, che quelli privi di garanzie, stanno seguendo lo stesso percorso di cassa integrazione straordinaria. Perciò c'è la necessità di monitorare giorno dopo giorno l’evolversi della situazione e tentare di trovare le giuste soluzioni al problema.
  Siamo d’accordo che questo non è il momento delle polemiche e della divisione, ma, per quanto ci riguarda, e per l'interesse dei lavoratori, neanche della demagogia.
In ogni caso, mettersi medaglie ed etichette non significa automaticamente avere consensi. La rappresentanza è sempre stata scelta dai lavoratori, questa è la democrazia.


FIM    Adolfo Pierotti
FIOM Francesco Giannini
UILM Umbro Conti