lunedì 26 luglio 2010

Tavolo regionale: Marini aprire nuova fase.


Si è svolta oggi 26 luglio, la seconda riunione del tavolo regionale sulla crisi dell'Antonio Merloni. Presenti la presidente Catiuscia Marini, l'assessore allo sviluppo economico Gianluca Rossi, l'assessore al lavoro della provincia di Perugia Giuliano Granocchia, i rappresentanti sindacali, le associazioni di categoria e sindaci o assessori dei comuni interessati alla vertenza.

La presidente Marini ha dichiarato “La Giunta regionale si e' messa a disposizione per valutare qualsiasi soluzione che potesse mantenere in Umbria l'attività produttiva della Merloni.
Abbiamo considerato tutte le ipotesi e proposte che ci sono state finora presentate per non lasciare nulla di intentato.
L'accordo di programma è stato lasciato in stand-by poiché si stavano aspettando sviluppi riguardo i bandi di vendita ma ad oggi non c'è stata nessuna proposta di acquisto.”

Si rende dunque necessario, secondo la Marini, aprire una nuova fase allo scopo di superare la crisi.

Non si può perdere altro tempo, perciò si procederà all'attuazione dei contenuti dell'accordo di programma stipulato tra regioni e governo, per verificare se ci sono proposte industriali alternative ai bandi, per quanto riguarda lo stabilimento umbro.

Si aprirà dunque una strada diversa e distinta dallo stabilimento marchigiano.

La discesa in campo di Invitalia è una decisione importante, poiché apre uno scenario nuovo e distinto rispetto alla regione Marche e di fatto segna un cambio di passo”.

Dal tavolo è emerso che la regione si era posto come limite il mese di Luglio, per attendere la presentazione di un piano industriale che coinvolgesse l'intero perimetro aziendale, evidentemente ciò non è avvenuto.

L'accordo di programma rimane dunque per la regione un punto di riferimento: la ricerca di una soluzione di continuità sul bianco è problematica e probabilmente priva di soluzione e l'apertura dell'accordo di programma è l'unica soluzione per tentare l'uscita dal tunnel.

Tuttavia questo nuovo percorso non escluderà nessuna soluzione diversa, poiché non sarà abbandonata l'ipotesi di continuare la produzione del bianco nello stabilimento di Gaifana. Dal tavolo è scaturita la volontà delle parti di procedere con un'iniziativa in parallelo, si dunque alla “fase II” ma lasciare aperto un canale per eventuali investitori interessati all'intero perimetro aziendale.
L'acquisto dell'immobile di Nocera da parte della società pubblica lo sottrarrebbe all'eventuale rischio di procedure fallimentari e la presenza di Invitalia garantirebbe l'impegno e l'iniziativa non solo dei soggetti regionali, ma anche e soprattutto da parte della stessa Invitalia e del Governo nazionale

Nell'attesa che si fossero concretizzate le fantomatiche manifestazioni di interesse da parte di gruppi cinesi, turchi o cordate italiane (di fatto inesistenti) si è perso tempo e la gravità della situazione non permette di perderne altro.

1 commento:

  1. http://rifondazionecomunistatadino.blogspot.com/2010/07/crisi-merloni-laddio-dei-cinesi-chiama.html

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