mercoledì 13 luglio 2011

Marini: «Per la Merloni deve muoversi Berlusconi»

Catiuscia Marini Presidente regione Umbria
Va assolutamente rilanciata, e con forza, la dimensione nazionale della vertenza Merloni, oggi unica in Italia ad essere rimasta ancora irrisolta. Per dimensione di lavoratori e territori coinvolti, infatti, questa è una vertenza che non può non vedere impegnati i livelli nazionali di Governo, organizzazione di impresa e dei lavoratori.

La strategia che le due Regioni devono mettere in atto è rilanciare la dimensione nazionale della vertenza Merloni e chiedere al Governo di dare piena attuazione all’accordo di programma sottoscritto nel 2010, con una dotazione finanziaria di oltre 60 milioni di euro.

Non esiste alcun piano ‘a’ o ‘b’per questa vertenza, ma solo ed esclusivamente l’interesse delle due Regioni affinché si salvaguardi la presenza in questa area di un fondamentale sito industriale manifatturiero, e con esso l’economia e l’occupazione per migliaia di lavoratori, sia diretti che dell’indotto. È su questo che chiediamo al Governo di riattivare il tavolo nazionale che da troppo tempo non viene più presieduto da rappresentanti del Governo.

Per noi  è stato sempre chiaro come, di fronte ad una vertenza che ha una portata così vasta ed ampia, non può che esserci innanzitutto un impegno delle istituzioni a livello nazionale. È in gioco, infatti, l’economia di un intero territorio. E sbaglieremmo se consentissimo di far ricadere il peso della vertenza nel limitato spazio dei territori coinvolti, riducendone così la sua oggettiva valenza nazionale. Probabilmente non chiederebbe altro questo Governo che ‘territorializzare’ la vertenza, evitando così di fare la sua parte come formalmente si è invece impegnato a fare.

Da quando abbiamo firmato l’accordo di programma, mettendoci come Regioni risorse concrete, circa 20 milioni di euro tra Umbria e Marche, abbiamo sempre affermato che interesse irrinunciabile era quello di offrire per questa area la realizzazione di progetti industriali con partner seri ed affidabili che dessero precise garanzie rispetto alle loro strategie industriali. Ora siamo anche disponibili ad aggiornare il contenuto dell’accordo di programma, purché il Governo dia risposte adeguate e garanzie circa le risorse che pure in questo atto il Governo si è formalmente impegnato a mettere a disposizione. Siamo decisi a fare ancor più della nostra parte, per favorire questa ipotesi di lavoro, mettendo a disposizione anche le nostre agenzie regionali per la promozione dello sviluppo industriale. Insomma, siamo disponibili a mettere in atto tutte le azioni di politica industriale e di politiche per il lavoro capaci di sostenere ed affiancare operazioni industriali che vadano nella direzione che abbiamo sempre indicato.

Quanto all’azione dei Commissari per l’amministrazione straordinaria devo purtroppo constatare che sin qui essi si sono limitati alla gestione dell’ordinario, senza aver svolto una adeguata azione di ricerca di soggetti che fossero in grado di garantire prospettive industriali per l’azienda. 

Continueremo a lavorare avendo comunque sempre bene in mente quale è l’obiettivo finale che tutti vogliamo perseguire: salvaguardare questa importante presenza per le nostre due regioni dell’industria manifatturiera e del posto di lavoro di migliaia e migliaia di lavoratori.
*Intervento all’iniziativa organizzata dalla Cgil a Fabriano

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